Il prof. Marco Matucci Cerinic: “Le patologie in cui si può verificare un interessamento polmonare interstiziale sono l'artrite reumatoide, la sclerosi sistemica e le miositi”
Firenze – La fibrosi polmonare è una malattia cronica progressiva che si manifesta in genere in età adulta (fra i 40 e gli 80 anni) e colpisce più spesso gli uomini che le donne. È caratterizzata dalla progressiva perdita di elasticità dei polmoni per la sostituzione del normale tessuto polmonare con tessuto fibrotico, e fa parte del gruppo delle interstiziopatie polmonari, che colpiscono l’interstizio, ovvero lo spazio tra gli alveoli polmonari e i vasi che portano il sangue ossigenato. La sua forma più comune è quella idiopatica, cioè senza una causa conosciuta, ma può anche essere secondaria a malattie reumatologiche. Abbiamo approfondito quest'ultima associazione con il prof. Marco Matucci Cerinic, Ordinario di Reumatologia presso l'Università degli Studi di Firenze.
Professore, qual è il collegamento tra fibrosi polmonare e malattie reumatiche?
“In alcune malattie reumatiche si può verificare un interessamento polmonare interstiziale, che in determinati casi può avere una progressione molto rapida e infausta. Le malattie che possono essere caratterizzate da queste complicazioni sono da una parte l'artrite reumatoide, che però non è una malattia rara, e dall'altra malattie rare come la sclerosi sistemica (chiamata anche sclerodermia) e le miositi, ovvero le malattie infiammatorie del muscolo, specialmente nella forma da anticorpi antisintetasi”.
Come avviene l’inquadramento diagnostico di questi pazienti?
“La diagnosi di queste condizioni è abbastanza complessa. Prima di tutto si effettuano dei test della funzione polmonare, e se rileviamo delle alterazioni si procede con la TAC del polmone, che permette di vedere le immagini e quindi la morfologia dell'interessamento polmonare. Un'altra indagine utile è il lavaggio broncoalveolare, che permette un'accurata diagnosi differenziale con altre patologie”.
È possibile una diagnosi precoce per i soggetti che sviluppano una complicanza polmonare?
“La diagnosi precoce per la sclerosi sistemica e per le miositi si esegue tramite un regolare screening. Nelle fasi precoci abitualmente asintomatiche si basa su controlli effettuati una volta l'anno, che consistono in prove della funzione respiratoria, e poi nei casi necessari sulla TAC. Per questi casi è stato proposto anche l'uso dell'ecografia polmonare, che si è mostrata utile per identificare proprio quei pazienti che presentano alterazioni e destinati alla TAC, evitando agli altri normali di essere sottoposti a radiazioni. Grazie a queste indagini è possibile diagnosticare la malattia prima della comparsa dei sintomi”.
Per gestire l'associazione fra queste due malattie è necessario un team multidisciplinare?
“La collaborazione multidisciplinare è molto importante e in questo caso avviene fra il reumatologo e lo pneumologo. È essenziale che nel corso delle sedute multidisciplinari queste due figure analizzino insieme i casi clinici e si confrontino, in modo da poter prendere le decisioni migliori per il paziente”.
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