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Secondo l’esperta del Gaslini sulla patologia si sono fatti tanti progressi che andrebbe presa a  modello per tutte le altre patologie lisosomi ali per le quali esiste una terapia  enzimatica sostitutiva

GENOVA - “Una diagnosi precoce è fondamentale per almeno due motivi – spiega la Dott.ssa Maja Di Rocco Responsabile della struttura semplice dipartimentale di malattie rare dell’Ospedale Gaslini di Genova - Il primo e più importante è che il trattamento (la terapia di sostituzione enzimatica) è tanto più efficace quanto più  precoce. Il deficit enzimatico che caratterizza la malattia di Gaucher   determina  all’interno delle cellule  l’accumulo di glucocerebroside, la molecola che non può essere degradata  in ragione del difetto enzimatico; in assenza di terapia   al danno cellulare  segue   il danno tessutale e  infine l’ irreversibile insufficienza  d’organo.  Una diagnosi precoce può arrestare  il processo d’accumulo  e  prevenire i danni irreversibili della malattia.


Il secondo motivo è che una diagnosi precoce permette di offrire ai genitori del paziente una consulenza genetica, trattandosi di una malattia a trasmissione ereditaria. Questo è particolarmente  importante nelle forme  di malattia ad esordio precoce  e con  rapida progressione della degenerazione neuronale , che non sono trattabili  ed esitano  nel decesso del bambino ”.

“E’ necessario  infatti ricordare – precisa Di Rocco, che a fine giugno è stata relatrice del convegno nazionale “Approccio clinico e terapeutico multidisciplinare della malattia di Gaucher, quali le novità”, promosso da Shire – che non esiste una sola  forma  di  malattia di Gaucher. La più diffusa (circa il 90% dei casi) è la  malattia di Gaucher di tipo 1, che non comporta la compromissione neurologica . Questa è anche la forma della malattia che possiamo curare, garantendo ai pazienti una vita lunga e qualitativamente buona.”

 

Poi ci sono le forme di Gaucher di tipo 2 e di tipo 3, che prevedono rispettivamente un coinvolgimento neurologico acuto che porta alla morte precoce e un coinvolgimento neurologico cronico di entità variabile. In questi casi la terapia enzimatica sostitutiva non è efficace, perché non è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica e prevenire l’accumulo nel sistema nervoso centrale . Ma la diagnosi precoce resta uno strumento fondamentale per poter offrire ai genitori del paziente una consulenza genetica che permetta loro di programmare consapevolmente una gravidanza futura. La malattia di Gaucher è infatti una patologia a trasmissione autosomica  recessiva ed esiste il rischio di  ripetizione della  malattia nelle successive gravidanze dei due genitori che sono portatori sani."
Le stime relative alla prevalenza della Malattia di Gauche di Tipo 1 – la più diffusa -  sono ampiamente variabili. L'incidenza della malattia nella popolazione generale è circa 1: 60.000, ma in alcune popolazioni, come gli ebrei Ashkenaziti, è decisamente più alta (1: 1.000). (fonte Orphanet)
Ma come è possibile ottenere una diagnosi precoce?

“Per poter diagnosticare la malattia correttamente e in tempi brevi è necessario, prima di tutto, riconoscerne i sintomi. I sintomi più frequenti della malattia  di Gaucher tipo 1 sono splenomegalia, citopenia, anemia e compromissione  ossea.

“La presenza di splenomegalia più o meno  associata  a  citopenia, non attribuibile ad altre  patologie deve sicuramente far pensare alla malattia  di  Gaucher. In presenza di questi sintomi è bene effettuare il dosaggio enzimatico.  Un progetto per la diagnosi  precoce di questa malattia ha  recentemente  coinvolto gli ematologici italiani che hanno sottoposto  al dosaggio enzimatico  su goccia di sangue  assorbita su carta bibula  i loro pazienti  con splenomegalia non altrimenti   diagnosticata.”

Ricordiamo infine che per le patologie lisosomiali si fa sempre più concreta la possibilità dello screening neonatale.
“Lo screening neonatale – spiega Di Rocco - è tecnicamente possibile, grazie alla metodica DBS con la quale è sufficiente prelevare una goccia di sangue del neonato, sulla quale si esegue il dosaggio enzimatico, che può rivelare la presenza della malattia.  Tuttavia   a fronte della possibilità tecnica , altri  elementi devono essere presi in considerazione. Nella malattia di Gaucher lo spettro clinico  è molto ampio, l’età d’esordio  della malattia  può essere  ritardato fino all’età  adulta e  non abbiamo attualmente la possibilità di determinare l’età in cui la malattia diventerà sintomatica né l’entità della sintomatologia. Rischiamo quindi di fornire una diagnosi a un paziente in cui la malattia si presenterà solo dopo diversi decenni e che  potrebbe non accettare di essere sottoposto ad un lungo follow-up. Per altre patologie lisosomiali, come la malattia di Pompe per la quale la terapia enzimatica  sostitutiva è un vero salvavita, ritengo ci siano delle necessità più pressanti di introdurre lo screening neonatale.”

“Per la malattia di  Gaucher riterrei molto più importante – conclude Di Rocco - informare i medici sull’importanza di una corretta diagnosi e di una corretta terapia in modo da assicurare la diagnosi all’esordio dei sintomi. Le nostre conoscenze sulla malattia di Gaucher si sono enormemente ampliate  negli ultimi anni: abbiamo un registro internazionale che conta più di 6.000 pazienti e da cui abbiamo ricavato molte conoscenze sulla storia naturale della malattia, sulle complicanze, sull’efficacia della terapia enzimatica sostitutiva; grazie al registro   abbiamo  imparato a trattare i pazienti con  dosaggi  differenti  in funzione del tipo di complicanza  ed in funzione della  severità della complicanza e   a modificare il dosaggio o la frequenza d’infusione dell’enzima  una volta raggiunti gli obiettivi terapeutici; in pratica  abbiamo  raggiunto la possibilità di una vera e propria personalizzazione della terapia.  Per questo ritengo che la malattia  Gaucher sia da prendere a modello per tutte le altre patologie lisosomi ali per le quali esiste una terapia  enzimatica sostitutiva .”


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