Federico Vigevano

Prof. Federico Vigevano (Roma): “Patologia molto rara e complessa, fondamentale il contributo dell’associazione di pazienti”

L’epilessia interessa circa l’1% della popolazione ed è una sintomatologia prevalentemente pediatrica. Ci sono pazienti che non hanno lesioni del sistema nervoso, quindi l’epilessia è compatibile con uno sviluppo psicofisico normale. Ci sono però situazioni particolarmente complesse in cui la patologia di base e le crisi epilettiche interferiscono con lo sviluppo neurologico e cognitivo, che vengono definite “encefalopatie epilettiche e di sviluppo”. Tali stati patologici, spesso accompagnati da disabilità di vario grado e disturbi dello spettro autistico, fino a pochi decenni fa erano considerate inspiegabili.

“Grazie al progresso della genetica oggi sappiamo che molte di queste condizioni sono causate da specifiche mutazioni genetiche che possono favorire o causare la manifestazione delle crisi e le conseguenti comorbilità”, spiega il Prof. Federico Vigevano, Direttore del Dipartimento di Neuroscienze dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. “Questo è proprio il caso della SCN2A”.

SCN2A è il nome di un gene che codifica per una parte del canale del sodio cerebrale situato sul cromosoma 2 nella posizione 24.3. Questo canale è una “porta di accesso” nel cervello, attivata elettricamente, che permette al sodio di entrare/uscire dai neuroni – spiega Vigevano – influenzando l’eccitabilità cerebrale. Le mutazioni nel gene SCN2A possono generare un aumento o una perdita di funzione del canale del sodio e possono esprimersi in condizioni cliniche diverse. Abbiamo peraltro scoperto, grazie a degli studi funzionali, che le due forme di malattia rispondono anche a farmaci diversi. Parliamo però purtroppo di trattamenti sintomatici: per questo tipo di encefalopatia epilettica ad oggi non esiste una terapia di precisione”.

La malattia esordisce quasi sempre con crisi epilettiche – prosegue l’esperto – e si accompagna ad un ritardo dello sviluppo psicomotorio già nei primi mesi. Ma i sintomi hanno una variabilità enorme. Possono insorgere ipotonia, difficoltà respiratorie, alcuni bambini vanno incontro a disabilità gravissima e devono ricorrere alla nutrizione parenterale. In altri casi la disabilità intellettiva è lieve, ma possono comparire disturbi dello spettro autistico”.

Si tratta dunque di una malattia complessa e anche estremamente rara. Oggi in Italia si contano 22 pazienti, le cui famiglie sono riunite dall’associazione SCN2A Italia Famiglie in Rete APS. Probabilmente però le diagnosi sono molte di più.

“Parliamo di patologie con incidenza di un caso ogni 10mila, 30 mila al massimo”, sottolinea Vigevano. “Sono malattie molto rare, che quindi vengono diagnosticate solo in centri particolarmente avanzati, ma nessun centro riesce ad avere di per sé una casistica sufficiente per fare ricerca. Quindi è necessario mettersi in rete per poter raccogliere una casistica adeguata da un lato per definire il quadro clinico, dall’altro per fare ricerca su potenziali terapie.”

I migliori centri italiani, peraltro quasi tutti pediatrici, sono coinvolti in un network europeo dedicato alle epilessie rare e complesse, denominato EpiCARE. “Siamo perciò in costante contatto con i centri europei di maggior rilievo”, aggiunge l’esperto. “Questo però non è sufficiente, infatti siamo coinvolti anche in altri network internazionali, grazie ai quali riusciamo a raccogliere casistiche molto più vaste. Siamo ancora ben lontani da una terapia che possa cambiare la storia naturale della patologia, ma esiste già il modello animale di malattia, sul quale si sta sperimentando la strategia del nucleotide antisenso (una specifica tecnica di terapie avanzate che agisce modulando il nostro RNA messaggero, che codifica le “istruzioni” per la produzione delle proteine). Naturalmente sostenere la ricerca per patologie così rare non è facile, per questo è davvero fondamentale la rappresentanza dei pazienti: le associazioni devono sostenere i network internazionali e la ricerca. Le associazioni possono fare davvero molto sia in termini di foundraising che stimolando l’attenzione delle autorità sanitarie e delle aziende farmaceutiche. Stimolare la ricerca oggi è davvero fondamentale. Questo peraltro è uno degli obiettivi della neonata associazione SCN2A Italia Famiglie in Rete APS”.

Si tratta di patologie rare dunque, anche se non inserite nella lista ministeriale delle malattie rare che danno diritto all’esenzione da ticket. “L’epilessia come patologia è correttamente riconosciuta in Italia e comporta anche alcune esenzioni, ma le encefalopatie epilettiche come la SCN2A sono malattie rare ad alta complessità e come tali devono essere riconosciute”, sottolinea Vigevano. “Ottenere un’esenzione specifica può essere d’aiuto ai pazienti sotto molti aspetti, principalmente per avere diritto a tutte le prestazioni specialistiche e terapeutiche specificamente legate alla singola patologia, superando le diversità regionali che purtroppo caratterizzano la sanità italiana.”

“Il Dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma attualmente ha in carico circa 5000 pazienti con epilessia, il 50% dei quali con epilessie non controllate dalla terapia farmacologica. Nel nostro database abbiamo circa 250 pazienti con encefalopatia epilettica e di sviluppo con dimostrata mutazione genetica. Insieme al Meyer di Firenze, il Gaslini di Genova, l'Istituto Besta di Milano, l'Istituto delle Scienze neurologiche di Bologna, la Fondazione Mondino di Pavia e l'Azienda Ospedaliera Universitaria di Verona, il Bambino Gesù rappresenta uno dei principali centri italiani per le epilessie rare e complesse”.

Leggi anche: “SCN2A, dalla storia di Davide nasce la prima associazione italiana dedicata alla rara patologia

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