Donazione a cuore fermo al Policlinico Umberto I

L’intervento è stato possibile grazie all’impiego di tecnologie avanzate di riperfusione capaci di ricondizionare l’organo dopo l’arresto cardiaco

Un nuovo traguardo per la medicina dei trapianti in Italia. Al Policlinico Umberto I di Roma è stata portata a termine con successo la prima donazione di cuore da donatore a cuore fermo, un intervento che segna un passo importante nella storia della sanità regionale e nazionale. L'operazione è stata eseguita grazie alla collaborazione di diverse equipe multidisciplinari impegnate in un percorso clinico lungo e complesso.

Il cuore, insieme a fegato e reni, è stato prelevato da un giovane donatore deceduto per arresto cardiaco, che in vita aveva espresso la volontà di donare i propri organi. La procedura, particolarmente complessa, ha richiesto l’utilizzo di macchine da riperfusione, strumenti altamente tecnologici in grado di mantenere vitali gli organi dopo l’arresto cardiaco e il tempo di osservazione previsto per legge (20 minuti). Grazie a questa tecnica è stato possibile procedere con successo al trapianto, preservando cuore, fegato e reni.

Un intervento reso possibile dalla sinergia tra più équipe sanitarie: anestesisti, rianimatori, cardiochirurghi, chirurghi toracici, vascolari e dei trapianti, tecnici perfusionisti, cardiologi, infermieri e personale di sala operatoria che hanno lavorato fianco a fianco per un’intera giornata, dimostrando competenza e organizzazione.

“Questa donazione rafforza il ruolo del Policlinico Umberto I nella rete trapiantologica nazionale”, ha dichiarato il direttore generale dell'Umberto I, Fabrizio d’Alba. “Il nostro ringraziamento più profondo va al donatore e alla sua famiglia, che con un gesto di immensa generosità hanno permesso di salvare e migliorare la vita di tante persone in attesa”. Parole condivise anche dal direttore della Rianimazione, prof. Francesco Pugliese, e da Gustavo Spadetta e Francesca Pacini del Coordinamento Aziendale Donazione Organi, che hanno guidato l’intero percorso insieme a tutte le figure coinvolte.

Un esempio concreto di solidarietà, innovazione e lavoro di squadra, che conferma l’eccellenza del Policlinico nella medicina dei trapianti.

 

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