Tra le criticità rilevate l’impossibilità di sapere per quali malattie e terapie non siano ancora stati approvati i corrispondenti LEA
Non si placa la polemica sul rinvio dell’entrata in rigore dei nuovi nomenclatori per la specialistica ambulatoriale e per ausili e protesi, che consentiranno il recepimento dei cosiddetti “nuovi” LEA, previsti dal DPCM del 12 gennaio 2017.
Raccogliendo una delle motivazioni addotte dal Governo e dalle Regioni per giustificare il rinvio, ovvero la necessità di aggiornare ulteriormente lo strumento, alle pressioni già avanzate nei confronti dell’Esecutivo si è aggiunta nei giorni scorsi anche un’interrogazione urgente del Sen. Andrea Crisanti (PD), che sottolinea in particolar modo la mancanza di informazioni sullo stato di aggiornamento del Nomenclatore stesso.
IL CONTESTO NORMATIVO
I livelli essenziali di assistenza – richiama in premessa l’interrogazione – costituiscono le prestazioni e i servizi che il servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione alle risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale, affinché siano garantite le condizioni di uniformità di accesso alle cure a tutti e su tutto il territorio nazionale. Il 18 marzo 2017 veniva pubblicato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 recante i nuovi livelli essenziali di assistenza, il quale sostituiva integralmente il precedente decreto del Presidente della Repubblica 29 novembre 2001.
Un aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza previsti dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 è avvenuto solo con il decreto del Ministero della salute 23 giugno 2023 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale l'8 agosto 2023) recante definizione delle tariffe dell'assistenza specialistica ambulatoriale e protesica (detto "decreto tariffe"). Esso aggiorna le tariffe delle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di assistenza protesica fermi, rispettivamente, al 1996 e al 1999, e definisce le tariffe per le nuove prestazioni introdotte a seguito dell'approvazione, nel 2017, dei LEA in modo che tali prestazioni siano erogate in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.
LA CRITICITÀ RILEVATA
Il nuovo nomenclatore tariffario dell'assistenza specialistica ambulatoriale e protesica, approvato nell'aprile 2023 dalla Conferenza Stato-Regioni, avrebbe dovuto entrare in vigore il 1° gennaio 2024, scadenza prorogata dal Ministero della salute prima al 1° aprile 2024, successivamente con ulteriore nuovo decreto al 1° gennaio 2025. Il nuovo nomenclatore – sottolinea molto bene il testo dell’interrogazione – provvede al necessario e atteso aggiornamento del nomenclatore disciplinato dal decreto ministeriale 22 luglio 1996, e dovrebbe includere prestazioni tecnologicamente avanzate ed eliminare quelle ormai obsolete, introdurre procedure diagnostiche e terapeutiche innovative, ridefinire e aggiornare gli elenchi delle malattie rare e delle malattie croniche e invalidanti che danno diritto all'esenzione, e molto altro, preoccupandosi di stare al passo con la ricerca e le possibilità di cura che ogni anno si evolvono e di cui i cittadini devono poter usufruire.
È trascorso un significativo intervallo di tempo – evidenziano gli interroganti – dall'ultimo aggiornamento del nomenclatore, di cui, come scritto, si attende peraltro ancora la pubblicazione e l'entrata in vigore. Non è quindi noto su quali basi e presupposti sia stato aggiornato il nomenclatore e, in particolare, quale sia la lista delle richieste di inclusione o aggiornamento delle prestazioni e dei servizi inclusi nei LEA, presentate dal 2017 a oggi, anno per anno, e la loro provenienza, al fine di verificare quante richieste siano pervenute da cittadini o associazioni di pazienti.
Questo, secondo i Senatori interroganti, impedisce di sapere per quali malattie e terapie non siano ancora stati approvati i corrispondenti LEA.
LA RICHIESTA
La richiesta rivolta al Ministro della Salute è dunque proprio quella conoscere lo stato di elaborazione del nomenclatore, su quali basi e presupposti sia stato aggiornato e, in particolare, quale sia la lista delle richieste di inclusione o aggiornamento delle prestazioni e dei servizi inclusi nei livelli essenziali di assistenza, presentate dal 2017 a oggi, anno per anno, e la loro provenienza, al fine di verificare quante richieste siano pervenute da cittadini o associazioni di pazienti e quali ragioni ostino alla pubblicazione e all'entrata in vigore del medesimo nomenclatore.
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