Grazie all’associazione “Gabry Little Hero”, impegnata su più fronti per promuovere inclusione attiva, è stata avviata una sperimentazione sull’uso dell’ausilio Seatrec
Non può esistere accessibilità senza autonomia. Questa, in estrema sintesi, la base del progetto “Seatrac – Il mare è per tutti”, che quest’anno sarà realizzato per la seconda volta sulle spiagge di Agropoli, in provincia di Salerno. L’obiettivo è ambizioso: garantire la fruibilità della spiaggia anche da parte di chi ha problemi di mobilità senza l’assistenza di un’altra persona, attraverso il Seatrac, una sorta di sedia ruote in grado di raggiungere il mare per mezzo di una rotaia. “È un progetto che nasce da un’esperienza personale”, racconta Cristiano Costanzo, presidente di "Gabry Little Hero", associazione fondata nel 2020 a Milano allo scopo di creare idee, progetti e soluzioni che possano migliorare la vita delle persone con disabilità.
“Mentre ero sulla spiaggia di Follonica ho assistito alla scena un papà intento a sollevare la propria figlia dalla sedia a ruote per adagiarla sulla sedia job, che le avrebbe offerto la possibilità di accedere al mare. Subito mi è venuto spontaneo chiedere se occorresse aiuto, ma con mia sorpresa la ragazza ha rifiutato seccata”. Dopo un primo momento di delusione e sconcerto, Cristiano comincia a riflettere: perché una ragazza di quasi vent’anni dovrebbe lasciarsi toccare da uno sconosciuto? Non ha forse diritto di entrare e uscire dall’acqua senza l’aiuto di nessuno e senza che ogni singolo bagno diventi una fatica di Ercole per lei e i propri cari? “Così ho cominciato una ricerca in rete e ho capito che la soluzione più pratica era questo dispositivo prodotto da un’azienda greca, che utilizza l’energia solare come unica di alimentazione”.
“Il progetto Seatrac – Il mare è per tutti” è partito lo scorso anno ad Agropoli in via sperimentale, con il coinvolgimento dell’amministrazione comunale che si è occupata, tra le altre cose, dell’individuazione del lido idoneo e le associazioni “Lume” e “Mi girano le ruote”. “Il progetto ha visto la luce nel luglio dello scorso anno”, precisa Costanzo, “ma una decina di giorni dopo una mareggiata ha scardinato il Seatrac, che è stato possibile riportare in funzione solo nel mese di settembre. Quindi la vera partenza ci sarà solo la prossima estate”. Nel frattempo alcuni Comuni hanno manifestato il proprio interesse per il progetto e, nel corso dei prossimi mesi, l’iniziativa potrebbe approdare in altre località balneari della Penisola. “La presenza del Seatrac non esaurisce, tuttavia, l’intero progetto”, aggiunge ancora il presidente di Gabry Little Hero. “I gestori del Lido Raggio Verde, dove l’ausilio è stato collocato, hanno riattivato la convenzione con il Comune per rendere l’accesso allo stabilimento gratuito per le persone con disabilità e i loro accompagnatori. Sono state rinnovate le passerelle che ora arrivano fino agli ombrelloni, sono stati messi a disposizione lettini altri 60 centimetri anziché 40 per rendere più agevole il passaggio dalla carrozzina e sono stati messi a disposizione 6 parcheggi per persone disabili”. Nel frattempo alcuni Comuni hanno manifestato interesse per il progetto e chissà che nei prossimi mesi il Seatrac non possa approdare in altre località balneari.
L’accessibilità balneare è, però, solo uno dei tanti progetti portati avanti dall’associazione Gabry Little Hero, nata dall’esperienza personale di Cristiano e Filomena, genitori del piccolo Gabriele, nato nel 2017 con sindrome SIFD (anemia sideroblastica con immunodeficienza delle cellule B, febbri periodiche e ritardo dello sviluppo): una malattia rarissima che nel mondo conta solo una ventina casi studiati e di cui Gabriele rappresenta l’unica paziente noto in Italia. “Abbiamo deciso di fondare un’associazione per rendere la strada più semplice a quelli che verranno dopo di noi e per diventare protagonisti attivi di un percorso di sensibilizzazione culturale e cambiamento, dove la disabilità non venga nascosta ma messa in primo piano e dove le persone disabili possano vivere seguendo i propri desideri e bisogni. E in soli 5 anni di vita sono tanti i progetti realizzati dall’Associazione, non solo a Milano, ma in tutta la Penisola”. Tra questi Liber-Action Project, che vede il coinvolgimento attivo dei genitori all’interno delle terapie intensive pediatriche ed è già in sperimentazione presso l’ospedale romano Bambino Gesù, il progetto educativo Baby Signs, che mira a portare all’interno degli asili nido la comunicazione gestuale segnata rivolta a bambini udenti e a bambini con difficoltà comunicative e linguistiche, la partecipazione alla realizzazione del Parco Inclusivo di Pozzuoli (Napoli). “Noi sosterremo la realizzazione dell’Area Musica, che prevede l’acquisto dei giochi per strumenti musicali da esterno per creare una vera e propria orchestra - conclude Cristiano - perché Gabry, nonostante la sua sordità, adora la musica e gli strumenti musicali”.
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