Regione Lombardia taglia i fondi per le disabilità gravi e gravissime: la preoccupazione delle associazioni

Assessora Lucchini: “Non ci saranno tagli, ma una rimodulazione prevista dalla normativa nazionale. Vogliamo garantire un’offerta di servizi sempre più integrata e personalizzata”

Con la delibera n. 1669 del 28-12-2023, la Giunta di Regione Lombardia ha deliberato all’unanimità il taglio sulle Misure B1 e B2 relative alla disabilità gravissima e grave, supportate con risorse statali del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza (FNA) e con risorse regionali. A denunciarlo sono molte delle associazioni attive sul territorio regionale, tra cui Confad, Nessuno è Escluso e AISLA, queste ultime aderenti all’Alleanza Malattie Rare.

 7.000 FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ: LA DENUNCIA DI AISLA

Secondo i dati diffusi dall’Associazione Italiana Sclerosi laterale amiotrofica (AISLA), Regione Lombardia metterà in difficoltà più di 7.000 famiglie già duramente provate dalla malattia, di queste circa 1.000 con SLA.

L’Associazione ha sollevato ripetutamente le preoccupazioni interpretative della Regione Lombardia riguardo all'assistenza diretta e indiretta prevista dal FNA, evidenziando i gravi effetti di un taglio così radicale. Sono circa 11.000 le persone che in Lombardia convivono con una gravissima disabilità. Dal 2024, circa 3.000 di questi disabili gravissimi che vengono assistiti “solo” dal caregiver familiare vedranno ridursi il sussidio da 650 a 400 euro mensili. Al pari, stima sempre AISLA, delle poco più di 250 persone che si trovano in una condizione di dipendenza vitale da macchinari (per esempio coma, stato vegetativo o tracheotomia), che vedranno ridursi il contributo da 900 a 700 euro al mese. A loro si aggiungono, inoltre, i ragazzi disabili che frequentano la scuola e coloro che convivono con spettro autistico che vedranno il loro sussidio ridotto da 750 a 400 euro al mese.

Rimangono, invece, pressoché invariati gli importi per coloro che possono permettersi di assumere un assistente familiare, circa 3.600 famiglie. Inspiegabilmente l’unica eccezione, in negativo, è riservata alle poco più di cento persone che si trovano in una condizione di dipendenza vitale, come le persone con SLA. A costoro, se assistiti da un professionista regolarmente assunto, Regione Lombardia riduce il contributo da 1.300 a 1.200 euro mensili. Un taglio economico in netta controtendenza al contesto che già registra aumenti significativi nelle spese per assistenti e badanti, con una crescita dei costi mensili fino a 122,59 euro. In aggiunta, l'INPS ha previsto un aumento del 8,1% nei contributi previdenziali per i lavoratori domestici.

La decisione di ridurre il budget dedicato alle persone con disabilità è stata giustificata dall'offerta di Interventi Sociali Integrativi, che forniranno servizi anziché un contributo economico. Questo piano di assistenza che, per forza della Delibera Regionale dovrà essere fornito dai Comuni, risulta insufficiente. Si prenda come esempio la necessità quotidiana di assistenza igienico-personale per una persona completamente paralizzata, il cui costo orario del personale sociosanitario messo a disposizione dalla Regione ai Comuni non sarebbe sufficiente a garantire nemmeno tre giorni in un mese. Se è vero che il Piano per la Non Autosufficienza 2022-2024 si concentra sui servizi essenziali (LEPS), l’interpretazione di Regione Lombardia sta portando a una significativa riduzione del supporto economico per il caregiver e in particolare per quello famigliare. L'assegnazione di servizi erogati non potrà infatti sostituire il lavoro di cura e il prezioso capitale umano che le famiglie investono nella assistenza ai propri cari malati.

AISLA aveva presentato a Regione Lombardia tre azioni di intervento, al fine di scongiurare questo scenario: garantire l'assegno di cura al massimo importo per tutti coloro che si trovano in condizioni di gravissima disabilità, equiparare il ruolo dei caregiver familiari al personale impiegato; integrare il CCNL per Colf e Badanti in conformità all'articolo 51 del decreto legislativo n. 81 del 2015.
“Speravamo di chiudere l’anno con una notizia che ci infondesse fiducia per il futuro. Invece, questa decisione di Regione Lombardia metterà ulteriormente in difficoltà le nostre famiglie. – Ha commentato Fulvia Massimelli, presidente nazionale AISLA, che continua: ci troviamo di fronte non solo a una delibera inadeguata, ma anche incoerente con i principi di libertà di scelta e che mortifica il lavoro di cura dei nostri cari che ci assistono quotidianamente, in silenzio e nella piena solitudine. Riteniamo questa scelta inaccettabile e auspichiamo una riconsiderazione della decisione”.

LA PREOCCUPAZIONE PER I CAREGIVER DI NESSUNO È ESCLUSO E CONFAD

Tutti gli importi relativi alla cosiddetta assistenza diretta saranno modificati dal 1 giugno 2024 con conseguenze che si annunciano devastanti per migliaia di famiglie che saranno costrette nella maggior parte dei casi a interrompere terapie riabilitative piuttosto che il ricorso a personale di assistenza che possa sollevare e supportare i caregiver famigliari. “Sono proprio questi ultimi – ha commentato la responsabile di Confad Lombardia Teresa Belliniancora una volta a essere penalizzati in seguito al continuo disconoscimento del proprio lavoro, inoltre – prosegue Bellini – ci sembra quasi surreale pensare di riqualificare servizi, ad oggi del tutto inadeguati, in soli 6 mesi e soprattutto lasciando questo onere ai Comuni che sono già in enorme difficoltà sotto questo punto di vista”.

“Siamo consapevoli – ha commentato il vicepresidente di Nessuno è Escluso Fortunato Nicoletti – che il nuovo piano nazionale delle non autosufficienze modifica la parte relativa ai LEPS (Livelli Essenziali di Prestazioni Sociali), stabilendo che una quota crescente del fondo non autosufficienza destinato alle regioni, sia detratto dalla assistenza diretta (contributo economico) e dirottata sulla assistenza indiretta (prestazioni e servizi), ma – continua Nicoletti – nello stesso piano è chiaramente indicato che per far fronte a situazioni dove il sistema dei servizi è totalmente inadeguato e impreparato a cogliere il cambiamento, sono proprio le regioni che possono implementare le risorse per far sì che le famiglie non vengano ulteriormente penalizzate, oltretutto questo cambiamento era già programmato dal 2022, ma la Regione non ha mai messo in campo gli strumenti utili per affrontarlo nonostante le associazioni di famiglie abbiano più volte ribadito che con il sistema attuale di erogazioni di servizi e prestazioni (fondato totalmente sul privato-accreditato), il contraccolpo sarebbe stato squassante. Ricordiamo che per il 2024 la percentuale da destinare ai servizi è del 15% ma nel 2025 salirà al 25% con un possibile ridimensionamento ulteriore dell’assistenza diretta e conseguenze inimmaginabili”.

Secondo i dati diffusi da Confad e Nessuno è escluso, il bilancio del 2023 di Regione Lombardia si aggira sui 36 miliardi di euro, praticamente una legge di bilancio, eppure nonostante questa cifra monstre, la Giunta lombarda non ha saputo, o forse voluto, aggiungere i fondi che sarebbero stati sufficienti a scongiurare questi tagli che definire scellerati è un eufemismo. Sarebbero bastati 15 milioni circa, ne hanno trovati solo 4 che serviranno a prolungare l’agonia fino al 31 maggio per poi assestare il colpo di grazia alle famiglie, che non solo non potranno supportare il loro cari, non solo non potranno più sostenere le spese di personale in sostituzione del caregiver, ma alle quali sarà totalmente inibito il diritto alla scelta tra assistenza diretta e indiretta, principio cardine su cui si dovrebbe fondare il nostro sistema di welfare.

Auspichiamo, concludono Nicoletti e Bellini, di poter essere ascoltati quanto prima per una revisione della delibera regionale rispetto ai punti sopra citati, che rappresentano dei punti fermi, fondamentali e imprescindibili per noi e per le famiglie che rappresentiamo”.

LA REPLICA DELL’ASSESSORE REGIONALE LUCCHINI

Non ci sarà nessun taglio al sistema della non autosufficienza e la dimostrazione è che le risorse complessive sono aumentate rispetto all’anno precedente, così come è aumentata per il 2024 la compartecipazione regionale. La normativa nazionale stabilisce una rimodulazione, destinando una parte delle risorse all’erogazione di servizi in favore delle persone con disabilità”. Questo il commento affidato dall’assessora regionale alla Famiglia, solidarietà sociale, disabilità e pari opportunità della Regione Lombardia, Elena Lucchini, alle pagine di Avvenire.

“Vogliamo garantire – ha assicurato Lucchini – un’offerta di servizi sempre più integrata e personalizzata, potenziando la valutazione multidimensionale, la predisposizione del progetto di vita, il Budget di progetto e le azioni di rafforzamento dei Punti unici di accesso (PUA), individuando i criteri di riparto degli ambiti territoriali”. Per farlo l’assessora dichiara di “lavorare per reperire nuovi fondi, investendo del problema sia la Ministra del Lavoro Calderone, che ha in capo la gestione del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza, che la commissione regionale Politiche sociali. Per 5 mesi – chiosa – i cittadini continueranno a fruire del contributo come avvenuto nel 2023, in attesa di una risposta da parte del Governo”.

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