Come dimostrato dai risultati dello studio di fase III GRAALL-R 2005, uno dei più importanti presentati al recente congresso dell’American Society of Hematology (ASH), terminato da poco a Orlando, Rituximab, ormai un caposaldo nel trattamento del linfoma, è in grado, aggiunto alla chemio, di migliorare gli outcome anche in alcuni pazienti colpiti da leucemia linfoblastica acuta.

Infatti, l’aggiunta di rituximab alla chemioterapia intensiva ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza libera da eventi (EFS) in un gruppo di pazienti adulti con leucemia linfoblastica acuta a precursori delle cellule B, cromosoma Philadelphia-negativa (Ph-) e CD20-positiva.

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