La patologia rappresenta la più comune complicanza dopo un complesso intervento chirurgico intestinale che viene eseguito nei casi più gravi di colite ulcerosa
Roma - Informare la comunità scientifica sulle novità di trattamento per la pouchite e fare awareness sulla patologia sono gli obiettivi principali dell’evento "MADE FOR MORE", organizzato a Roma da Takeda, alla presenza e con la partecipazione di circa 300 clinici. Con il termine pouchite si definisce l’infiammazione idiopatica della tasca anastomotica ileo-anale che viene creata chirurgicamente a seguito di una procto-colectomia totale per colite ulcerosa.
Nei pazienti con colite ulcerosa che necessitano di intervento chirurgico, perché refrattari alla terapia medica o a causa della comparsa di displasia, la procedura di scelta è la procto-colectomia con anastomosi ileo-anale (IPAA, Ileal Pouch Anal Anastomosis), che evita la necessità di un'ileostomia permanente ed è potenzialmente curativa. La pouchite è la complicanza più comune dopo un’IPAA e può interessare fino al 50% dei pazienti trattati chirurgicamente.
I pazienti con pouchite presentano generalmente sintomi gastrointestinali tra cui diarrea, dolore e crampi addominali, aumento della frequenza di evacuazione (fino a 7-8 scariche al giorno), tenesmo (la contrazione spasmodica e spesso associata a dolore dello sfintere anale), incontinenza fecale, sanguinamento rettale. Nei casi più gravi, possono manifestarsi anche sintomi sistemici, come febbre, disidratazione, astenia, malnutrizione, che richiedono l’ospedalizzazione. Inoltre, i pazienti portatori di anastomosi ileo-anale possono sviluppare una forma cronica o recidivante di pouchite, con sintomi che persistono per più di 4 settimane, nonostante la somministrazione della terapia, o episodi acuti che si verificano più di 3-4 volte l'anno. La qualità di vita è quindi significativamente compromessa in questi pazienti.
Il trattamento iniziale della pouchite cronica consiste in un ciclo di quattro settimane di antibiotici che può essere seguito da steroidi e immunosoppressori.
Vedolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato che lega in modo specifico l’integrina alfa-4-beta-7 sulla superficie linfocitaria, inibisce il meccanismo di homing dei linfociti T nella mucosa intestinale e sviluppa un'efficace immunomodulazione selettiva del tratto gastrointestinale, senza immunosoppressione sistemica.
Per valutare l'efficacia e la sicurezza di vedolizumab nella pouchite è stato condotto lo studio EARNEST, un trial di Fase IV, multicentrico, randomizzato, controllato con placebo, che ha arruolato 102 pazienti e il cui endpoint primario era la remissione clinica della pouchite alla settimana 14, valutata in base allo score mPDAI (modified Pouchitis Disease Activity Index). Il trattamento con vedolizumab ha dimostrato una superiorità clinicamente e statisticamente significativa rispetto al placebo, in tutti gli endpoint chiave. Inoltre, il farmaco è stato ben tollerato e non sono emersi nuovi segnali di sicurezza rispetto al noto profilo di sicurezza generale di vedolizumab. Infine, il trattamento con vedolizumab ha prodotto un evidente beneficio in termini di qualità della vita nei pazienti trattati rispetto al placebo, come misurato tramite le scale di punteggio IBDQ e CGQL.
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