Chiara Cirillo, cardiologa, spiega perché ha deciso di frequentare il corso: “Le lezioni di genetica mi hanno permesso di approfondire alcuni aspetti dei test che utilizziamo nella pratica clinica”
Napoli – Si avvia verso la conclusione la III edizione del Master di II Livello in Malattie Rare – Master in Clinical Science on Rare Diseases organizzato dal Dipartimento di Scienze Mediche Traslazionali dell'Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, e i partecipanti sono pronti a tornare al lavoro con un bagaglio di conoscenze che rappresenterà una marcia in più nell'esercizio della loro professione sanitaria.
Fra loro Chiara Cirillo, laureata in Medicina e Chirurgia e specializzata in Cardiologia presso l'Università Vanvitelli. Dopo la specializzazione ha lavorato nel Regno Unito per sette anni: tornata in Italia l’anno scorso, la 39enne napoletana ha deciso di iscriversi al Master. “Ho scelto questo percorso formativo perché mi sono sempre occupata di malattie cardiache ereditarie, spesso rare, e al mio rientro in Italia ho notato significativi progressi nella legislazione, nella presa in carico e nella certificazione dei pazienti affetti da patologie rare, in particolare nella nostra regione. Ho quindi deciso di iscrivermi al Master per aggiornarmi su questi aspetti e migliorare la mia preparazione”, spiega.
Il Master, realizzato in partnership con OMaR – Osservatorio Malattie Rare, rappresenta una delle pochissime offerte nel panorama della formazione post-laurea nel settore delle patologie rare: la terza edizione del corso, iniziata a gennaio 2024, si concluderà ad aprile di quest'anno. Direttore Scientifico del Master è il prof. Giuseppe Limongelli, docente di cardiologia presso l’Università Vanvitelli e direttore del Centro di Coordinamento Malattie Rare della Regione Campania.
“Il Master ha affrontato diverse patologie rare che colpiscono vari organi e sistemi. Ho trovato particolarmente utili e interessanti le lezioni di genetica, perché mi hanno permesso di approfondire alcuni aspetti tecnici dei test genetici che utilizziamo nella pratica clinica”, prosegue la dr.ssa Cirillo.
La didattica si è articolata in tre moduli, più una prova finale: il primo modulo ha fornito le basi storiche, epidemiologiche e legislative relative alle malattie rare, ponendo particolare attenzione agli aspetti etici e alla gestione delle risorse in questo specifico settore della medicina; il secondo ha presentato i principi eziologici, biologici e genetici delle patologie rare, illustrando anche gli elementi cardine della ricerca clinica e di base; il terzo si è concentrato sulle basi cliniche delle malattie rare, delineando il ruolo delle figure fondamentali per la presa in carico di pazienti.
Oggi, infatti, per ogni medico è fondamentale seguire un’adeguata formazione nel campo delle patologie rare. “Purtroppo, le malattie rare sono spesso caratterizzate da un ritardo diagnostico che supera i cinque anni: questo significa che i pazienti devono affrontare un lungo percorso prima di ottenere una diagnosi corretta. La formazione è cruciale affinché i medici possano riconoscere tempestivamente queste patologie e indirizzare i pazienti verso i centri specialistici appropriati, riducendo, così, quella che viene comunemente definita 'odissea diagnostica'”, conclude Chiara Cirillo.
La III edizione del Master di II Livello in Malattie Rare dell’Università Vanvitelli ha il patrocinio di Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, AMR – Alleanza Malattie Rare, Biogem, Regione Campania (Direzione Generale Tutela Salute), CEINGE, Centro Coordinamento Regionale Malattie Rare della Campania, Fondazione Telethon, IGB-CNR e OSSFOR – Osservatorio Farmaci Orfani, ed è organizzato con il contributo non condizionante di Sanofi (in favore dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”), Alexion, Chiesi Global Rare Diseases, Pfizer, Roche, Sobi e Takeda.
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