Invalidità - INPS

La sperimentazione del nuovo certificato di invalidità parte in nove province italiane. L’SMI denuncia un eccessivo carico burocratico per i medici e richiede un confronto urgente

Dopo il confronto della settimana scorsa al Senato tra il Senatore Nave, che denunciava alcuni intoppi nell’applicazione della sperimentazione del nuovo riconoscimento dell’invalidità, e la Ministra Alessandra Locatelli, anche il Sindacato dei Medici Italiani (SMI) ha inviato una lettera aperta alla Dott.ssa Valeria Vittimberga, Direttore dell’INPS, per esprimere le proprie preoccupazioni sulle nuove modalità di accertamento dell’invalidità civile.

Ricordiamo che le procedure, introdotte dal Decreto Legislativo n. 62 del 2024, prevedono una fase sperimentale dal 1° gennaio 2025 in nove province italiane – Brescia, Trieste, Forlì-Cesena, Firenze, Perugia, Frosinone, Salerno, Catanzaro e Sassari – con una successiva estensione nazionale a partire dal 1° gennaio 2026.

Secondo l’SMI, il nuovo sistema, che include l’obbligo di firma digitale per l’invio telematico dei certificati, rischia di incrementare il carico burocratico per i medici, già gravati da numerosi impegni. Il sindacato sottolinea inoltre come queste disposizioni siano state adottate senza un adeguato confronto con le parti sindacali.

Il Sindacato chiede un incontro urgente con l’INPS per affrontare le criticità e individuare soluzioni che possano rendere il processo meno oneroso per i professionisti sanitari.

Di seguito il testo completo della lettera inviata dall’SMI all’INPS:

Egregia Dott.ssa Valeria Vittimberga,

Con la presente, desideriamo manifestare le nostre preoccupazioni in merito alle modalità con le quali l’INPS sta procedendo all’implementazione della riforma sull’accertamento dell’invalidità civile, come previsto dal Decreto Legislativo n. 62 del 2024.

Il suddetto Decreto stabilisce che a partire dal 1° gennaio 2025, nelle province di Brescia, Trieste, Forlì-Cesena, Firenze, Perugia, Frosinone, Salerno, Catanzaro e Sassari, partirà la sperimentazione del nuovo sistema di accertamento dell’invalidità, con una successiva applicazione nazionale dal 1° gennaio 2026. Questo prevede l’introduzione del “certificato medico introduttivo”, che dovrà essere inviato telematicamente all’INPS.

Tuttavia, ci preme sottolineare che tale procedura comporta diverse difficoltà operative, in particolare in relazione all'obbligo della firma digitale per l’invio del certificato, che entrerà in vigore per tutti a partire dal 1° gennaio 2026. La firma digitale, infatti, rappresenta un aggravio burocratico non indifferente per i medici, i quali, già oberati da numerosi impegni, dovranno gestire questo ulteriore adempimento senza un adeguato supporto.

Inoltre, la decisione di procedere con la firma digitale per il rilascio del certificato, senza un confronto preventivo con le parti sindacali, ci lascia fortemente perplessi. Questo nuovo sistema potrebbe risultare problematico per la corretta gestione dei certificati e l’efficace interazione con l'INPS, in assenza di un percorso di formazione adeguato per tutti i medici coinvolti.

Pertanto, chiediamo con urgenza un incontro con Lei e i suoi collaboratori per discutere le modalità operative della riforma e valutare la possibilità di semplificare il processo, riducendo il carico burocratico sui professionisti sanitari, senza compromettere la qualità e l'efficienza del servizio reso ai cittadini.

Siamo certi che un confronto costruttivo potrà portare a soluzioni condivise, migliorando il sistema e risolvendo le problematiche evidenziate.

In attesa di un Vostro cortese riscontro, restiamo a disposizione per concordare una data per l’incontro.

Distinti saluti,

Sindacato Medici Italiani

La lettera dell’SMI evidenzia un punto chiave: è necessario bilanciare l’efficienza delle nuove procedure con la sostenibilità operativa per i medici, garantendo al contempo una corretta assistenza ai cittadini.

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