Fibromialgia, identificati i criteri per definire la severità di malattia

Uno studio italiano mette a confronto le tre principali scale per la valutazione del dolore, confermando come la misurazione della severità della malattia possa contribuire all’ottimizzazione del percorso terapeutico

Non è semplice fornire un riscontro oggettivo su una patologia per cui non esistono marcatori specifici. Se, in aggiunta, la cifra distintiva della malattia in questione è un dolore genericamente diffuso in tutto il corpo, le cose si fanno ancora più complicate. Di fatto, però, questa è la situazione in cui si trovano coloro che sono affetti da fibromialgia, una malattia che esordisce di solito intorno ai 30-40 anni e che si caratterizza anche per la presenza di crampi muscolari, affaticabilità, rigidità muscolare, alterazione del sonno e disturbi neurocognitivi spesso associati a stati di ansia e depressione.

LO STUDIO CLINICO

Sebbene siano stati condotti alcuni studi sull’origine della malattia non è ancora chiaro quale sia la causa in grado di scatenare quel dolore muscolo-scheletrico con cui i pazienti convivono ogni ora del giorno. Soprattutto, ad oggi, non esistono marcatori specificamente associati alla fibromialgia per cui il riconoscimento della stessa passa attraverso la valutazione clinica da parte dello specialista - bisogna fare attenzione perché un ventaglio di sintomi così comune può sovrapporsi a quello di altre affezioni non solo di tipo reumatologico - mentre la valutazione dello stadio di patologia o dell’efficacia delle terapie si effettua con l’esame dei questionari sottoposti ai malati allo scopo di dedurre la severità del dolore percepito. I più conosciuti sono il FIQ (Fibromyalgia Impact Questionnaire) - e il FIQ rivisto (FIQR) - il FAS (Fibromyalgia Assessment Status) - e la sua versione aggiornata (FAS 2019mod) - e il PDS (Polysymptomatic Distress Scale). Ciononostante, la lettura di tali indici di valutazione richiede una chiave di interpretazione univoca e, per tale ragione, il Ministero della Salute italiano ha promosso e sostenuto la realizzazione di uno studio clinico allo scopo di stabilire le soglie ottimali per distinguere le varie fasi di malattia (lieve, moderata, severa, molto severa e in remissione). Tale studio ha coinvolto 19 centri di reumatologia, sparsi su tutto il territorio nazionale, presso i quali sono stati arruolati decine di pazienti cui sono stati sottoposti i questionari FIQR, FAS 2019mod e PDS. Successivamente, i dati raccolti sono stati esaminati e confrontati tra di loro e i risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Rheumatology.

I RISULTATI OTTENUTI

Da una prima analisi dei dati si può osservare come, dei 2239 pazienti arruolati nella sperimentazione, la netta maggioranza (2181, pari al 93.2% del campione) fosse costituita da donne poiché questa patologia interessa in maniera preponderante il genere femminile. Una lettura approfondita dei questionari ha messo in rilievo come i sintomi riportati con maggiore frequenza dai pazienti fossero, oltre al dolore, il senso di affaticamento, la rigidità e la ridotta qualità del sonno. Ognuno dei tre questionari presentava delle soglie di punteggio per la classificazione del grado di dolore legato alla malattia che sono risultate in grado di distinguere gli individui con malattia lieve da quelli con una forma più severa (le AUC hanno confermato questa tendenza per ognuno dei tre test). Ciò significa che la severità della patologia può essere misurata in maniera affidabile e questo assume un forte valore in fase di impostazione di un trattamento, che deve essere tarato sulle condizioni del paziente stesso: in modo particolare quando la gestione del paziente combina trattamento non farmacologico (fisioterapia ed esercizio fisico giocano un ruolo fondamentale insieme al corretto sostegno psicologico) e farmacologico (si usano spesso farmaci anti-infiammatori, sedativi, miorilassanti o anticonvulsivi).

I CENTRI SPECIALISTICI PER LA FIBROMIALGIA SUL TERRITORIO

Dunque, la parola d’ordine per affrontare nel modo migliore la fibromialgia sembra essere la multidisciplinarietà e ciò rendeva ancor più necessaria un’analisi multicentrica come quella condotta sui principali strumenti di auto-valutazione del paziente. Inoltre, lo studio restituisce una dettagliata fotografia delle principali unità di reumatologia coinvolte, presso cui operano professionisti legati alla SIR (Società italiana di Reumatologia) e che possono essere quindi considerate – in assenza del riconoscimento della patologia all’interno dei LEA e della conseguente definizione ufficiale dei centri di riferimento -  centri esperti, punti di riferimento per coloro che sono affetti dalla patologia.

Tali centri, ben distribuiti sulla mappa del nostro Paese, includono:

 

  • Clinica Reumatologica presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Molecolari dell’Università Politecnica delle Marche (Prof. Fausto Salaffi),
  • Unità di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Pisa,
  • Unità di Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Messina,
  • O.C. di Reumatologia presso il polo Ospedaliero dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Anna a Cona (Ferrara),
  • Unità di Reumatologia presso il Dipartimento di Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze dell’Università di Siena,
  • O.C. di Reumatologia del Policlinico Umberto I di Roma,
  • Unità di Reumatologia e Medicina Interna dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma,
  • O.C. di Reumatologia presso l’IRCCS - Fondazione Policlinico Universitario ‘A. Gemelli’ di Roma,
  • Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie Rare dell’IRCCS - Ospedale San Raffaele di Milano
  • Unità di Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’ASST Settelaghi, Ospedale Di Circolo - Fondazione Macchi di Varese,
  • S.D. di Reumatologia presso il Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Trieste,
  • Unità di Reumatologia presso la Scuola di Medicina dell’Università de L’Aquila,
  • O.C. di Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina Cinica e Sperimentale dell’Università di Firenze,
  • Dipartimento di Promozione della Salute, Materno-Infantile, di Medicina Interna e Specialistica di Eccellenza ‘G. D’Alessandro’ presso l’Università di Palermo,
  • Centro di Riferimento Integrato di Reumatologia presso l’ASP 7 dell’Ospedale di Scicli (Ragusa),
  • Unità di Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina dell’Università di Perugia,
  • Unità di Reumatologia presso l’IRCCS Ospedale S. Maria Nuova-USL, di Reggio Emilia, l’Unità di Reumatologia presso l’Azienda USL di Modena,
  • Unità di Reumatologia presso il Dipartimento di Emergenza e Trapianto Organi dell’Università di Bari,
  • Unità di Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina Interna dell’ASST Fatebenefratelli-Ospedale Sacco di Milano,
  • O.C. di Reumatologia Clinica dell’ASST Gaetano Pini-CTO di Milano
  • Clinica Reumatologica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova.

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