Grazie agli enzimi sostitutivi oggi si può garantire una buona qualità della vita.
Quando si parla in Italia di malattie lisosomiale, dalla Gaucher che è una delle più note a quelle ancor meno conosciute, c’è sempre un nome che prima o poi viene fuori, quello del dottor Bruno Bembi, Direttore del Centro di Coordinamento Regionale per le Malattie Rare, Ospedale Universitario “S. Maria della Misericordia” di Udine. C’era anche lui al convengo ‘La normalità delle patologie rare: nuove prospettive per la Malattia di Gaucher’ organizzato dalla casa farmaceutica Shire in occasione del lancio del nuovo farmaco orfano che potrà d’ora in poi essere impiegato appunto per la malattia di Gaucher. A lui è toccato il compiuto di fare il punto di queste patologie, sulle terapie esistenze e sui possibili sviluppi per il futuro. Le malattie da accumulo lisosomiale comprendono più di 40 diverse patologie: quali sono gli elementi comuni?
L’elemento comune a questo tipo di patologie è l’alterazione a carico delle vescicole digestive delle cellule, i lisosomi, che può essere secondario sia a un deficit di differenti enzimi lisosomiali, deputati ai processi di digestione cellulare, sia dei meccanismi di trasporto all’interno delle cellule. La mancanza di enzimi per il processo digestivo, o delle proteine di trasporto, provoca un accumulo che ingolfa i lisosomi e altera l’attività metabolica della cellula, portando alla morte cellulare e al danno del tessuto specifico di cui quelle cellule fanno parte.
La Malattia di Gaucher è una patologia ereditaria causata da un accumulo lisosomiale: quali organi colpisce?
È una patologia dovuta alla mancanza di un enzima chiamato beta-glucosidasi acida, necessario per il corretto metabolismo di alcuni grassi del nostro organismo che, per la maggior parte, derivano dalle pareti delle cellule che quotidianamente distruggiamo e ricicliamo. La mancanza di questo enzima impedisce il riutilizzo di questi lipidi, che si accumulano all’interno dei macrofagi, le cellule “spazzine” del nostro organismo, rendendole schiumose, cariche di grassi e alterandone l’attività.
L’accumulo di grassi colpisce prevalentemente le cellule del sistema reticolo-endoteliale, presenti in larga misura nei tessuti della milza e del fegato: ciò determina un evidente ingrossamento di questi organi, sul quale molto spesso si basa il sospetto diagnostico. L’accumulo colpisce anche il midollo osseo, con conseguenti anemia, leucopenia e piastrinopenia, dovute a un’aumentata distruzione dei globuli rossi, piastrine e globuli bianchi o, nei casi più estremi, a una loro ridotta formazione. Questa situazione determina il senso di stanchezza e fatica presente quando l’anemia si evidenzia, come pure un ridotto funzionamento dei meccanismi della coagulazione e una maggiore facilità alle infezioni.
Come si manifesta la Malattia di Gaucher e qual è la sua diffusione?
La Malattia si presenta in forme diverse, che vanno da un tipo più benigno, senza compromissione neurologica e che dà segni solo in età avanzata, a quelle neurologiche sub-acute croniche, che permettono un lungo periodo di vita normale prima di rendersi evidenti, per arrivare alle forme neurologiche acute, fortunatamente molto rare, giacché interessano meno del 5 per cento di tutte le persone colpite dalla patologia, che si manifestano severamente già nel primo anno di vita.
La Malattia di Gaucher è panetnica: il Tipo 1 presenta un’incidenza di 1 caso ogni 40.000 persone e mostra una diffusione maggiore nella popolazione ebraica di origine Aschenazita, dove la frequenza alla nascita è di circa 1 caso ogni 600-1.000 nati.
Quali sono le ripercussioni della Malattia di Gaucher sulla qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti?
In alcuni casi, quando la persona continua a possedere un residuo di attività enzimatica e la malattia si manifesta solo in età adulta, le ripercussioni sulla qualità della vita possono essere lievi; tuttavia, la maggioranza delle persone ha segni della patologia in giovane età, se non da bambini. In passato, una malattia come quella di Gaucher, che dura per tutta l’esistenza e che progressivamente peggiora, offriva una qualità di vita bassa e una limitazione nell’aspettativa di sopravvivenza, anche per la presenza di complicanze importanti, come le fratture ossee derivanti da un’osteoporosi diffusa. Ma ora, con il trattamento enzimatico sostitutivo, il quadro è completamente cambiato e i pazienti possono contare su un’aspettativa e una qualità di vita normali.
In cosa consiste il trattamento enzimatico sostitutivo?
Il trattamento sostitutivo consiste nella somministrazione endovenosa dell’enzima umano ottenuto in laboratorio utilizzando le tecniche dell’ingegneria genetica. La tecnologia del DNA ricombinante permette di inserire in colture cellulari un segnale che codifica la produzione dell’enzima interessato. Questo viene poi estratto e purificato e utilizzato come sostituto di quello che l’organismo non è capace di produrre naturalmente. Assumendo una o due volte al mese tale enzima, la persona affetta dalla malattia lisosomiale può vivere bene e con una qualità di vita molto buona. Anche qui molte cose nel tempo sono cambiate, basti pensare che un tempo questi enzimi venivano estratti dalla placenta umana e poi purificati. I procedimenti di oggi sono molto più sicuri.
Quali sono attualmente le prospettive terapeutiche per altre malattie da accumulo lisosomiale, quali ad esempio la Malattia di Fabry e la Sindrome di Hunter?
Il trattamento enzimatico sostitutivo attraverso la somministrazione per via endovenosa degli specifici enzimi mancanti è efficace anche per la Malattia di Fabry e la Sindrome di Hunter. Rispetto alla Malattia di Gaucher, sia la Malattia di Fabry sia la Sindrome di Hunter possono dare complicanze più severe, giacché la prima colpisce il rene, i vasi cerebrali e il cuore e la seconda è caratterizzata da una grave compromissione ossea e neurologica.
È dunque necessario agire terapeuticamente prima che il danno s’instauri, che il trattamento cioè venga iniziato il più precocemente possibile, per assicurare al paziente affetto da questo tipo di malattie lisosomiali una migliore qualità di vita.
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