Test genetici necessari per la SLA

Si attende ancora il decreto attuativo per rendere operativo il Fondo per i test di Next-Generation Sequencing

Le tecniche di diagnostica molecolare sono oggi uno strumento fondamentale per fornire risposte diagnostiche, specialmente quando si parla di patologie rare. Si parla comunemente di NGS (Next Generation Sequencing) cappello sotto il quale sono incluse diverse tecniche di diagnostica molecolare, tra cui il “target sequencing”, cioè le indagini mirate a un preciso pannello di geni, che già vengono effettuate dai principali centri di genetica medica presenti sul territorio nazionale e sono previsti dai LEA. Che però includono anche il sequenziamento dell’esoma e del genoma, tecniche più sofisticate che permettono di sequenziare rispettivamente le regioni esoniche (WES) dei circa 20.000 geni noti e l’intero DNA di una persona.

Il sequenziamento di genoma ed esoma, prestazioni necessarie in presenza di patologie rare e complesse, specie pediatriche, è fondamentale per fornire risposte diagnostiche chiare e tempestive e, di conseguenza, una corretta presa in carico clinico-assistenziale dei pazienti. Queste prestazioni non sono però incluse nei nuovi LEA, che entreranno in vigore dal 1 aprile 2024, ciò significa che solo alcune regioni saranno in grado di continuare a erogare le prestazioni relative alla diagnosi genetica delle malattie rare. Questo perché tali indagini per alcune regioni saranno a carico del bilancio regionale (extra LEA), mentre altre dovranno proporre la compartecipazione di spesa (mediante specifico ticket dal costo differenziato). Altre ancora saranno costrette a proporre ai pazienti di sostenere per intero il costo della prestazione.

UN FONDO AD HOC, PER IL QUALE MANCA ANCORA IL DECRETO ATTUATIVO

Nonostante la grave esclusione di tali prestazioni diagnostiche dai LEA, grazie a un emendamento presentato dalla Senatrice Raffaella Paita, e fortemente sostenuto fin dall'inizio da Osservatorio Malattie Rare, con la Legge di Bilancio 2024 un passo avanti è stato fatto. È stato infatti istituito, nello stato di previsione del Ministero della Salute, un fondo denominato "Fondo per i test di Next-Generation Sequencing per la diagnosi delle malattie rare", con una dotazione pari a 1 milione di euro per il 2024. Il Fondo è destinato al potenziamento dei test di Next-Generation Sequencing di profilazione genomica come indagine di prima scelta o come approfondimento diagnostico nelle malattie rare per le quali sono riconosciute evidenza e appropriatezza, o nei casi sospetti di malattia rara non identificata dopo approfonditi accertamenti. Entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della Legge, quindi in teoria per l’inizio di marzo 2024, il Ministro della Salute, con proprio decreto adottato di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, avrebbe dovuto individuare i criteri e le modalità di riparto del fondo, nonché il sistema di monitoraggio dell'impiego delle somme.

L’istituzione del fondo, già commentata positivamente dal Prof. Paolo Gasparini, Presidente della SIGU, Società Italiana di Genetica Umana, deve ora trovare un’applicazione pratica il prima possibile.

I TEST GENETICI PER LA SLA

La diagnosi genetica è oggi più che mai fondamentale anche per una patologia come la SLA, sclerosi laterale amiotrofica, malattia neurodegenerativa progressiva dell'età adulta, determinata dalla perdita dei motoneuroni spinali, bulbari e corticali, che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere anche quelli respiratori, portando così alla morte del paziente. La diagnosi di questa patologia è complessa e richiede mediamente un iter di indagini cliniche e diagnostiche di 12 mesi.
Ad oggi sono noti i quattro geni principali coinvolti nell'insorgenza della SLA (SOD1, TDP-43, FUS, C9orf72) e più di 15 altri geni minori. Grazie alle nuove tecnologie di analisi del DNA, la velocità con la quale nuovi geni correlati alla SLA vengono identificati è notevolmente aumentata. In tale contesto, il ricorso alle indagini genetiche potrebbe permettere una conferma diagnostica precoce e l’individuazione della caratterizzazione genetica della patologia che, in alcuni casi, potrebbe permettere ai pazienti il futuro accesso a terapie mirate (come nel caso del farmaco tofersen, per il quale il CHMP dell’EMA ha recentemente espresso il proprio parere positivo)

Lo scorso venerdì 8 marzo è stata presentata dall’On. Ilenia Malavasi, un’interrogazione alla Camera dei Deputati, riguardante la necessità di diagnosi genetica per la SLA.

"In Italia vengono diagnosticati circa 1.000 nuovi casi si SLA all’anno – ha ricordato Malavasi nell’interrogazione – e i pazienti necessitano di una presa in carico adeguata e multidisciplinare quanto prima possibile. Pur essendo l'Italia molto avanti rispetto ad altre nazioni, l'accesso ai test genetici non è omogeneo su tutto il territorio nazionale, con tempi di refertazione che possono arrivare a 77 giorni e talvolta senza il necessario supporto scientifico e psicologico di un medico specialista nell'interpretazione dei risultati; mancano infatti linee guida nazionali per standardizzare i metodi di analisi e i tempi di consegna dei risultati".

"La ricerca ha fatto grandi progressi nello studio delle cause genetiche di questa malattia e nel prossimo futuro potrebbero essere introdotte terapie che agiscono proprio su quelle forme di SLA che presentano mutazioni genetiche – prosegue – ed è fondamentale che il sistema sia in grado di andare di pari passo con i progressi della scienza e le legittime aspettative della comunità di pazienti, che potrebbe tradursi anche in un incremento delle richieste di test. Per questo chiediamo al Ministro della Salute se intenda avviare una mappatura dei laboratori di analisi geniche e dei dipartimenti di genetica presenti sul territorio nazionale per valutarne la dotazione strumentale e di personale per effettuare i test e garantire il giusto supporto ai pazienti, anche per una corretta interpretazione dei risultati del test stesso".

"Chiediamo inoltre se non intenda adottare iniziative di competenza per predisporre dei protocolli accelerati per la restituzione di analisi genetiche e molecolari su mutazioni per cui è riconosciuta evidenza e appropriatezza e per cui sono disponibili terapie e infine se non intenda destinare parte delle risorse del «Fondo per i test di Next-Generation Sequencing» al potenziamento della diagnosi clinica di SLA".

 

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Test NGS, approvato il fondo dedicato alla diagnosi genetica per le malattie rare

 

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