Caregiver familiare - proposta di legge Toscana

Già approvata dalla Giunta, la proposta è ora al vaglio della Commissione Sanità e Politiche Sociali e, per essere operativa, dovrà poi essere votata dal Consiglio Regionale

La Giunta Regionale Toscana ha presentato, nelle scorse settimana, in Consiglio Regionale una proposta di legge denominata “Disposizioni per la promozione ed il riconoscimento della figura del caregiver familiare”, con l’obiettivo di favorire la promozione e la diffusione della figura del caregiver familiare, elemento di fondamentale rilevanza all’interno della rete del welfare locale.

In attesa dell’approvazione di una normativa valida su tutto il territorio nazionale, infatti, la Toscana si unisce a quelle regioni virtuose – tra queste Abruzzo, Lazio, Puglia, Lombardia e Sicilia – che provano a compensare questa carenza con provvedimenti operanti sul proprio territorio.

La proposta si sviluppa in otto articoli, con l’obiettivo comune di promuovere, valorizzare, sostenere la figura del caregiver familiare, cioè della persona che, nell’ambito domestico, si prende cura di un familiare o di un convivente non autosufficiente.

Attraverso questa Proposta, prescrive il primo articolo “la Regione valorizza il caregiver familiare […] e ne riconosce il ruolo di componente informale della rete di assistenza alla persona e di figura cardine del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari […]”. Quanto alla definizione di caregiver familiare, il rimando è sempre alla Legge di Bilancio 2018 (articolo 1, comma 255 della legge 27 dicembre 2017, n. 205): “Si definisce caregiver familiare la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell'altra parte dell'unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall'articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell'articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18”.

Il caregiver familiare – dettaglia il contenuto dell’Art. 2 della proposta – opera in modo volontario, gratuito e responsabile nell'ambito del progetto di assistenza individualizzato (PAI) […] o del progetto di vita, nel caso di persona con disabilità, in coerenza con il percorso assistenziale […]. Il caregiver familiare è coinvolto dai competenti servizi sociali, socio-sanitari e sanitari, come parte integrante, nelle attività relative alla valutazione multidimensionale della persona con disabilità e non autosufficiente, con particolare riferimento alla definizione del PAI o del progetto di vita, nel caso di persona con disabilità.

Dall’altra parte, secondo quanto previsto dall’Art. 3, i servizi sociali, socio-sanitari e sanitari riconoscono il caregiver familiare come un elemento della rete del welfare locale e gli assicurano il supporto e l'affiancamento necessari a sostenerne la qualità dell'opera di assistenza prestata. Per garantire tutto questo (Art. 3 comma 6) il PAI esplicita il contributo di cura e le attività del caregiver familiare nonché le prestazioni, gli ausili, i contributi necessari ed i supporti che i servizi sociali e sanitari si impegnano a fornire, al fine di permettere al caregiver familiare di affrontare al meglio possibili difficoltà od urgenze e di svolgere le normali attività di assistenza e di cura in maniera appropriata e senza rischi per l'assistito e per sé medesimo.

La rete di sostegno al caregiver familiare, dunque, sarà costituita dal sistema integrato dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari e da reti di solidarietà. A questi si aggiunge la Regione, tramite il Centro di Ascolto Regionale, fornisce un servizio telefonico di orientamento, supporto e informazione, finalizzato a sostenere il caregiver familiare nei suoi compiti di supporto e cura della persona cara per prevenire l’accrescimento del carico assistenziale e contrastare i rischi di isolamento e solitudine.

Si ricorda che, con l’obiettivo di finanziare progetti e attività di sostegno del ruolo di cura e assistenza del caregiver familiare, ogni regione – compresa la Toscana – può contare su di un finanziamento di natura statale annuale. In linea con questo, l’Art. 6 della proposta di legge prevede che la Regione, tra le altre cose, adotti iniziative per promuovere la conoscenza e la divulgazione della figura del caregiver familiare, nonché della rete dei servizi presenti sul territorio a supporto dei compiti del caregiver, anche in accordo con le associazioni rappresentative di questi, nonché con le associazioni di pazienti. E che, inoltre, promuova iniziative di informazione, valorizzazione e programmi di aggiornamento sul ruolo del caregiver, rivolte agli operatori del sistema dei servizi sociali, sociosanitari e sanitari.

Il testo approvato dalla Giunta, presentato dall’assessora regionale alle Politiche Sociali Serena Spinelli, è stato trasmesso al Consiglio Regionale per l’esame da parte della Terza Commissione Sanità e Politiche Sociali e per la successiva discussione e approvazione in Aula.

 

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