Fabio Pacelli

Il prof. Fabio Pacelli: “L’obiettivo è ottimizzare le strategie terapeutiche e migliorare i risultati attraverso l'integrazione di più competenze” 

Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS è al primo posto in Italia per l’assistenza oncologica, compresa quella riservata a tumori rari come i sarcomi. Ogni anno oltre 250 i pazienti affetti da queste neoplasie, provenienti da tutto il Centro-Sud Italia, sono assistiti da un’équipe multidisciplinare presso il Policlinico romano. In progetto la definizione di un percorso assistenziale e la creazione di un Centro Sarcomi.

Fondazione Policlinico Gemelli (FPG), attraverso l'attività del Comprehensive Cancer Center, è al primo posto in Italia per volumi di neoplasie trattate. Nel 2022 sono stati infatti ricoverati oltre 18 mila pazienti oncologici, 16.146 dei quali sottoposti ad intervento chirurgico. Tra questi, anche alcuni affetti da patologie rare, quali i sarcomi dei tessuti molli, patologie che interessano circa l'1% della popolazione italiana adulta. Ogni anno, presso la FPG vengono assistiti circa 250 pazienti affetti da questo particolare gruppo di neoplasie per essere sottoposti ad intervento chirurgico, radio-chemioterapia o follow-up. Di particolare importanza è l’attività di FPG sui sarcomi retroperitoneali, ai quali è dedicata un'unità specifica, la UOC di Chirurgia del Peritoneo e Retroperitoneo, diretta dal professor Fabio Pacelli, Associato di Chirurgia Generale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma.

La chiave del successo del trattamento dei pazienti con sarcoma dei tessuti molli – afferma il professor Pacelli – è il team multidisciplinare, che raggruppa diverse competenze (chirurgo, oncologo, anatomopatologo, radiologo, radioterapista) in un tumor board, dove si definiscono le strategie di gestione migliori, dalla diagnosi precoce alla chirurgia, fino al follow-up ambulatoriale. Il tumor board del Peritoneo e dei Sarcomi ha valutato lo scorso anno oltre 500 pazienti”.

L’evoluzione naturale di queste attività è la creazione di un Centro Sarcomi, in progetto presso FPG, per concentrare i trattamenti di questi tumori rari in un unico centro di riferimento. “Questo – afferma il professor Pacelli – rappresenterebbe infatti un’eccezionale opportunità per ottimizzare le strategie terapeutiche e migliorare i risultati, attraverso l'integrazione di più competenze. Un'altra ricaduta di questo progetto è l’ulteriore impulso alla ricerca clinica e sperimentale in questo campo”. Strettamente connesso a questo progetto è l'aspetto organizzativo, declinato nella creazione di un percorso clinico assistenziale dedicato ai sarcomi e nella creazione di un ambulatorio dedicato nel quale convogliare i pazienti dallo sportello cancro. 

“Il nostro obiettivo – afferma il professor Sergio Alfieri, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Addominali e Endocrino-Metaboliche di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma – è di arrivare a creare in tempi brevi un Centro Sarcomi dedicato all'integrazione delle varie competenze ed eccellenze già presenti presso il Policlinico Gemelli, per facilitare l’approccio multidisciplinare a queste patologie e mettere a terra un percorso clinico assistenziale, finalizzato al miglioramento dei risultati del loro trattamento che, attualmente, non ha altri centri di riferimento ad alto volume nel Centro-Sud Italia”.

E su questo argomento è necessario anche continuare a fare formazione. Qualche giorno fa si è tenuto presso il Policlinico Gemelli il primo corso di aggiornamento "Trattamento e percorso assistenziale del paziente con Sarcoma dei Tessuti Molli", che ha messo a fuoco diversi aspetti della diagnosi e del trattamento di tale patologia.  Il corso è stato presieduto dal professor Fabio Pacelli e dal professor Giulio Maccauro, direttore della UOC di Ortopedia di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Ortopedia presso l’Università Cattolica, campus di Roma.

Il corso ha toccato diversi aspetti, a partire dall'importanza di un corretto inquadramento istologico preoperatorio, visto che i trattamenti, chirurgici ed oncologici, sono diversi a seconda dell'istotipo specifico (liposarcomi e non liposarcomi). Una sessione è stata dedicata all'evoluzione delle tecniche chirurgiche, con particolare riferimento alla chirurgia compartimentale (asportazione in blocco multi-organica), obbligatoria per il trattamento dei liposarcomi retroperitoneali, per la quale si rendono spesso necessarie al tavolo operatorio più competenze specifiche (chirurgo vascolare, urologo, chirurgo plastico) e che per questo non può essere effettuata in centri periferici.

È stato fatto un focus anche sulla chemioterapia, indicata non solo nelle forme di malattia metastatica, ma anche in quelle localizzate; viene utilizzata prima dell’intervento (per ridurre il rischio di recidiva locale e/o di diffusione di malattia a distanza, attraverso la riduzione delle dimensioni del tumore primitivo) e nel postoperatorio, in casi selezionati ed in presenza di forme molto aggressive. Negli ultimi anni, la ricerca e la migliore definizione dei vari sottotipi istologici hanno permesso di indirizzare la scelta del trattamento chemioterapico in modo sempre più mirato. Sono inoltre disponibili nuovi farmaci a bersaglio molecolare, che colpiscono alcuni recettori specifici del tumore. Presso la FPG sono in partenza anche due studi clinici sperimentali, randomizzati, di Fase III (FIBROSARC e FLASH), che consentiranno di offrire ai pazienti affetti da sarcomi in fase avanzata, i trattamenti più innovativi.  

Un’altra importante strategia terapeutica è la radioterapia, che si avvale, presso la FPG, di tecnologie high-tech di ultima generazione, che consentono di fare trattamenti personalizzati sul singolo paziente. Le tecniche di radioterapia avanzata, come la radioterapia ad intensità modulata (IMRT o VMAT) e guidata dalle immagini (IGRT), permettono infatti di erogare dosaggi più elevati di radiazioni, con precisione millimetrica, minimizzando così l'esposizione dei tessuti sani circostanti. Questo si traduce in una riduzione degli effetti collaterali ed in un incremento delle possibilità di eseguire interventi radicali, salvaguardando al massimo la funzionalità degli organi interessati e riducendo nel contempo gli effetti tossici; tali caratteristiche risultano particolarmente utili nel trattamento dei sarcomi retroperitoneali, per i quali la resezione chirurgica, come già sottolineato, può essere estremamente complessa a causa della vicinanza con organi vitali e strutture vascolo-nervose.

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