FDA approva evinacumab

Il farmaco, in aggiunta ad altre terapie ipolipemizzanti, ha ridotto del 48% i livelli di colesterolo LDL all'interno dello studio cardine pediatrico

Tarrytown (USA) – La Food and Drug Administration (FDA) statunitense ha esteso l'approvazione di evinacumab (nome commerciale Evkeeza), in aggiunta ad altre terapie ipolipemizzanti, per il trattamento dei bambini di età compresa tra 5 e 11 anni affetti da ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH). Il farmaco, infatti, nel febbraio 2021 era stato approvato solo per i bambini dai 12 anni in su.

L'annuncio è stato dato il 22 marzo scorso dall'azienda Regeneron Pharmaceuticals, responsabile dello sviluppo e della distribuzione del farmaco negli Stati Uniti, mentre per il mercato al di fuori degli USA è in atto una collaborazione con Ultragenyx.

UNA RICERCA INIZIATA VENT'ANNI FA

Evinacumab è un anticorpo monoclonale completamente umano che inibisce la funzione della proteina simil-angiopoietina 3 (ANGPTL3) ed è stato inventato utilizzando la tecnologia VelocImmune di Regeneron. Gli scienziati dell'azienda hanno scoperto la famiglia dei geni dell'angiopoietina più di due decenni fa; poi, nel 2017, una loro ricerca pubblicata sul New England Journal of Medicine ha descritto come i pazienti nei quali il gene ANGPTL3 non funzionava correttamente (“mutazione con perdita di funzione”) avessero dei livelli ematici significativamente più bassi di determinati lipidi, compreso il colesterolo LDL, e come ciò fosse associato a un rischio inferiore di malattia coronarica.

I bambini con ipercolesterolemia familiare omozigote lottano con livelli pericolosamente elevati di colesterolo cattivo (colesterolo LDL) e spesso vivono nella paura di ciò che riserva loro il futuro”, ha affermato la dr.ssa Mary McGowan, Chief Medical Officer della Family Heart Foundation. “Solo il 5% delle malattie rare ha un trattamento approvato dalla FDA: ora la comunità HoFH dispone di una terapia davvero necessaria per i bambini più piccoli, che renderà possibile a molti di loro di raggiungere più rapidamente i livelli di colesterolo LDL raccomandati”.

UNA MALATTIA GENETICA ULTRA-RARA

L'ipercolesterolemia familiare omozigote (HoFH) è una malattia ereditaria ultra-rara che colpisce circa 1.300 persone negli Stati Uniti e almeno un centinaio in Italia, ed è la forma più grave di ipercolesterolemia familiare (FH). La HoFH si verifica quando vengono ereditate due copie mutate di uno dei geni che causano la FH, una da ciascun genitore, con conseguenti livelli altissimi di colesterolo (di solito più di 400 mg/dL). Chi vive con la HoFH è a rischio di malattia aterosclerotica prematura ed eventi cardiaci anche durante l'adolescenza, ma spesso la malattia non viene diagnosticata.

“Le linee guida raccomandano lo screening di tutti i bambini ad alto rischio per HoFH a partire dall'età di 2 anni. Tuttavia, fino ad ora, una diagnosi positiva è stata spesso accolta con frustrazione, perché le opzioni terapeutiche per aiutare i piccoli pazienti erano limitate”, ha dichiarato la dr.ssa Carissa M. Baker-Smith, co-direttore del programma di ricerca e innovazione cardiovascolare del Nemours Cardiac Center di Wilmington (Delaware), cardiologo pediatrico. “Nello studio cardine, aggiungendo evinacumab alle terapie ipolipemizzanti standard, i bambini con HoFH sono stati in grado di ridurre il loro colesterolo LDL; la stragrande maggioranza di quasi il 50%. Questi sono risultati clinicamente significativi, che i medici dovrebbero prendere in considerazione nel decidere l’approccio terapeutico più adatto per questi giovani pazienti”.

LO STUDIO CARDINE PEDIATRICO SU EVINACUMAB

Uno studio clinico in tre parti, a braccio singolo e in aperto, ha valutato evinacumab in aggiunta ad altre terapie ipolipemizzanti in pazienti pediatrici con HoFH di età compresa tra 5 e 11 anni. La parte A (6 pazienti) era uno studio di Fase IB progettato per valutarne la farmacocinetica, la sicurezza e la tollerabilità di evinacumab, mentre la parte B (14 pazienti) ne ha valutato l'efficacia durante un periodo di trattamento di 24 settimane e ha arruolato pazienti con un'età media di 9 anni. Tra i partecipanti, l'86% assumeva statine, il 93% ezetimibe, il 14% lomitapide e il 50% si sottoponeva a LDL-aferesi. Nonostante il trattamento con queste terapie, i bambini sono entrati nello studio di Fase III con un livello medio di colesterolo LDL di 264 mg/dL, più del doppio rispetto all'obiettivo per i pazienti pediatrici con HoFH (meno di 110 mg/dL).

Con l'aggiunta di evinacumab, somministrato per via endovenosa a 15 mg/kg ogni quattro settimane, il colesterolo LDL si è ridotto in media del 48% alla settimana 24, raggiungendo l'endpoint primario dello studio. Riduzioni significative sono state osservate anche in altri importanti parametri lipidici (endpoint secondari), come i livelli di apolipoproteina B (ApoB), colesterolo non-HDL e colesterolo totale. I 20 pazienti che hanno completato la parte A o la B sono stati autorizzati a continuare il trattamento nella parte C, uno studio di estensione di Fase III in corso. Le parti A, B e C non sono state concepite per valutare l'effetto del farmaco sugli eventi cardiovascolari.

Nel trial, il profilo di sicurezza di evinacumab è risultato coerente con quello osservato negli adulti e nei pazienti pediatrici di età superiore a 12 anni, con l'affaticamento come ulteriore effetto collaterale. Gli eventi avversi più comuni verificatisi in più del 15% dei pazienti sono stati COVID-19 (15), febbre (5), cefalea (4), mal di gola (4), dolore addominale superiore, diarrea, vomito, affaticamento, rinofaringite, rinite e tosse (tutti 3). Per la maggior parte, tali eventi sono stati lievi o moderati e nessuno di questi ha portato all'interruzione dello studio.

“Da quando è stato approvato per la prima volta, evinacumab è diventato lo standard di cura per l'ipercolesterolemia familiare omozigote nei soggetti di età superiore a 12 anni. Siamo soddisfatti che ora anche i bambini di appena 5 anni possano beneficiare di questo trattamento”, ha affermato il dr. George D. Yancopoulos, Presidente e Chief Scientific Officer di Regeneron. “Come farmaco indicato per questa malattia implacabile, evinacumab incarna la promessa della ricerca genetica di trasformare gli attuali paradigmi terapeutici. Il viaggio del farmaco, dalla scoperta del bersaglio all'innovazione del trattamento, è stato reso possibile proprio grazie al nostro investimento a lungo termine nella ricerca genetica e nella tecnologia degli anticorpi monoclonali, e questo rimane anche oggi un principio centrale del nostro approccio scientifico”.

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