Al congresso europeo si è parlato dell’utilità della vitamina anche in malattie come fibrosi cistica, sindrome metabolica e morbo di Crohn

Si è recentemente svolto a Firenze il Congresso Internazionale di Endocrinologia, che ha raccolto oltre 5 mila specialisti provenienti da tutto il mondo. Tra i numerosi argomenti trattati spicca l’importanza della vitamina D nelle condizioni di rischio, comprese patologie quali fibrosi cistica, sindrome metabolica, morbo di Crohn e molte altre.

Come riportato dal portale Pharmastar, secondo il Dott. Tando i dosaggi della vitamina D nelle condizioni di rischio sono di fondamentale importanza, unitamente all’impiego di un’adeguata standardizzazione nella conduzione della misurazione dei livelli di 25(OH)D.

Nel parlare della supplementazione, il dottor Tando ha sottolineato che la scelta della dose dipende dal livello di partenza di 25(OH)D, dall’eventuale consumo di alimenti arricchiti di vitamina D e dal BMI ed ha illustrato i diversi dosaggi da utilizzare in diverse condizioni: bambini, donne in gravidanza, soggetti obesi, anziani.

Il dott. Bouillon, dell’università di Leuven (Belgio) ha illustrato gli effetti scheletrici ed extrascheletrici della Vitamina D. In particolare, ha citato studi relativi all’azione della vitamina D nello stimolare il sistema immunitario, nel ridurre l’incidenza del diabete e di come il VDR sia importante nel regolare i meccanismi di proliferazione cellulare e di essere un importante regolatore dell’omeostasi cardiovascolare.

La relazione del dott. Mosekilde (Danimarca) è stata l’occasione per una rassegna di letteratura su vitamina D e iperparatiroidismo primario.

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