Lo dimostra uno studio condotto all’Università Federico II di Napoli
NAPOLI – La glicogenosi è una rara malattia metabolica ereditaria caratterizzata da intolleranza al digiuno, ritardo mentale e della crescita, ed epatomegalia da accumulo di glicogeno e grassi a livello del fegato.
Nella glicogenosi di tipo Ia (GSDIa), il glucosio-6-fosfato (G6P) si accumula nel reticolo endoplasmatico, mentre nella glicogenosi di tipo Ib (GSDIb) i livelli di G6P nel reticolo endoplasmatico sono ridotti. La disponibilità di G6P modula direttamente l’attività della 11beta-idrossisteroide deidrogenasi di tipo 1 (11βHSD1), un enzima legato al reticolo endoplasmatico che gioca un ruolo chiave nello sviluppo della sindrome metabolica.
I ricercatori dell’Università “Federico II” di Napoli hanno realizzato uno studio prospettico, i cui risultati sono stati pubblicati sull’Orphanet Journal of Rare Diseases, con l’intento di valutare la prevalenza della sindrome metabolica e dell’insulino-resistenza in pazienti GSDIa e GSDIb.
Tutti i pazienti arruolati sono stati seguiti presso il Dipartimento di Pediatria per dieci anni. Sono stati registrati i parametri clinici e biochimici della sindrome metabolica e la presenza di insulino-resistenza. I risultati sono stati correlati con i parametri biochimici del controllo metabolico relativo alla glicogenosi di tipo I. Dieci pazienti con GSDIa (età media 12,1 anni) e 7 pazienti con GSDIb (età media 14,9 anni) sono stati arruolati nello studio e sono stati confrontati rispettivamente con 20 e 14 soggetti di controllo abbinati per età e sesso. Dieci pazienti GSDIa (età media 24.6 anni) e 6 pazienti GSDIb (età media 25.1 anni) hanno completato il follow-up di dieci anni. Alla fine dello studio i dati dei pazienti sono stati confrontati rispettivamente con 10 e 6 soggetti di controllo abbinati per età e sesso.
All’inizio dello studio, il 20% dei pazienti GSDIa erano affetti da sindrome metabolica e l’80% ha mostrato due criteri per la sindrome. I pazienti GSDIa hanno mostrato una maggiore resistenza all’insulina sia rispetto ai controlli che ai pazienti GSDIb. L’indice di sensibilità all’insulina al basale era inferiore nei pazienti GSDIa rispetto ai controlli. Il QUICKI (un indicatore dell’insulino-sensibilità) era significativamente più basso nel GSDIa rispetto ai controlli.
Alla fine dello studio il 70% dei pazienti GSDIa era affetto da sindrome metabolica e il 30% ha mostrato due criteri per la sindrome. La resistenza all’insulina è stata maggiore nei pazienti GSDIa rispetto ai controlli. L’indice di sensibilità all’insulina al basale era superiore nel gruppo GSDIb, rispetto ai controlli e al gruppo GSD1a. Il QUICKI era più basso nei pazienti GSD1a rispetto ai controlli. L’indice di adiposità viscerale (VAI) è stato più alto nei pazienti GSDIa rispetto ai controlli e ai pazienti GSDIb.
I dati raccolti hanno mostrato dunque un’alta prevalenza di sindrome metabolica e insulino-resistenza nei pazienti GSDIa. Gli studiosi ipotizzano un possibile ruolo della modulazione dell’enzima 11βHSD1 a seconda della disponibilità di glucosio-6-fosfato, e suggeriscono una valutazione metabolica di routine nei pazienti GSDIa.
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