Fondo per i Test di Next – Generation Sequencing

La ripartizione tra le regioni avverrà sulla base della stima dei casi di carcinoma non a piccole cellule (adenocarcinoma), non squamoso metastatico del polmone

Nella seduta del 28 settembre scorso la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto un’intesa sullo schema di decreto del Ministero della Salute di riparto del fondo per l’incremento dei test di Next – Generation Sequencing (NGS).

Avevamo già affrontato la questione in occasione della presentazione, da parte dell’On. Lisa Noja (Italia Viva), di un’interrogazione volta proprio a sollecitare l’effettivo stanziamento dei fondi destinati al potenziamento nell’erogazione dei test diagnostici di sequenziamento di nuova generazione NGS.

L'Art. 19-octies del DL n. 137 del 2020 (cosiddetto Decreto Ristori) prevedeva lo stanziamento di 5 milioni di euro per l'anno 2021 destinati al potenziamento dei test NGS e l'emanazione, da parte del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dell'Economia e delle Finanze, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di conversione, del decreto attuativo per stabilire le modalità di destinazione e distribuzione delle risorse stanziate.

In seguito, i commi 684-685-686 della Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n. 234) avevano istituito, nello stato di previsione del Ministero della Salute, il fondo denominato Fondo per i test di Next-Generation Sequencing, con una dotazione pari a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023.

Anche in questo caso l’operatività era stata demandata a uno più decreti attuativi, successivi, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Questi avrebbero dovuto individuare i criteri e le modalità di riparto del Fondo, nonché il sistema di monitoraggio dell'impiego delle somme.

Ora, ben oltre il termine fissato di 60 giorni, il Ministero e i rappresentanti delle Regioni hanno finalmente raggiungo un’intesa sullo stanziamento per quest’anno è il prossimo e sui criteri di ripartizione. Le risorse vengono ripartite tra le regioni sulla base del numero di pazienti eleggibili, calcolati sulla stima dei casi di carcinoma non a piccole cellule (adenocarcinoma), non squamoso metastatico del polmone, fino a concorrenza delle risorse disponibili annualmente, prevedendo la possibilità di utilizzo delle risorse entro l'anno 2026. Inoltre, è prevista l'istituzione di un Comitato di coordinamento, composto da tre rappresentanti del Ministero della Salute e da tre rappresentanti delle regioni e delle province autonome, con il compito di valutare le delibere e le relazioni intermedie e finali sulle attività svolte trasmesse dalle regioni, al fine di verificare la sussistenza dei requisiti richiesti per l'erogazione dei fondi.

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